Venerdì 7 giugno 2024 ore 9:00, nella Sala Auditorium della Giunta Regionale della Campania presso il Centro Direzionale di Napoli, si è svolto l’evento di Premiazione degli studenti delle scuole campane partecipanti all’Avviso Pubblico “La Storia da ricordare – Shoah: Comprendere è impossibile, conoscere è necessario”, con la presentazione degli elaborati vincitori – corti, video, spot e foto – per un totale di n. 30 prodotti (di cui 6 per le scuole primarie, 14 per le scuole secondarie di primo grado e 10 per le scuole secondarie di secondo grado).
L’Assessore alla Scuola, alle Politiche sociali e alle Politiche giovanili della Regione Campania Lucia Fortini, intervenuta all’evento, ha commentato entusiasticamente i prodotti premiati, a valle della loro proiezione in sala. Frutto della raccolta di testimonianze dirette e indirette su vittime e persecutori della Shoah, l’Assessore Fortini ha espresso compiacimento per tanta capacità e competenza, dei giovani studenti come dei piccolissimi alunni, riversate nella narrazione artistica di quella tragedia. Un’attività che merita di essere valorizzata attraverso una conoscenza dal vivo dei principali luoghi in cui la Shoah ha scritto le sue pagine più cruente. «Faremo un’esperienza che vi cambierà la vita» ha preannunciato l’Assessore, intenzionata – come lo scorso anno – ad accompagnare i giovani delle scuole vincitrici nei viaggi-premio a Cracovia e ad Auschwitz. «Ho visto ragazzi partire baldanzosi e tornare diversi» – ha aggiunto proprio in riferimento alla visita dei campi di sterminio in Polonia realizzata nella precedente edizione del Concorso.
Il Dirigente Responsabile U.O.D. Politiche giovanili della Regione Campania Giuseppe Pagliarulo, nel dare il via alla presentazione dei prodotti vincitori ha voluto riassumere lo spirito che anima l’iniziativa: “Ci piace lanciare qualche parola-chiave: parole come felicità, resilienza, collaborazione. Perché la Shoah è fatta di vittime e di piccoli e grandi eroi che hanno conferito un valore al suo disvalore». Su questi due aspetti – parole-chiave da un lato, riflessione sulla figura di vittime ed eroi – si è infatti incentrata la proiezione dei prodotti premiati.
L’attitudine principale che la partecipazione al Concorso ha inteso stimolare fra i giovani partecipanti delle scuole campane è stata il ricorso alle cosiddette ‘domande-mare’ di fronte alle esperienze della vita: interrogativi che ci spingono a vagliare con spirito critico una pluralità di possibili soluzioni, scongiurando – ha precisato il dott. Pagliarulo – «i meccanismi mentali che portano ad imitare il gruppo». A questo proposito, ha citato ai ragazzi l’esempio della statunitense Rosa Parks, attivista del movimento per i diritti civili che, rifiutando di cedere ad un bianco il posto a sedere sull’autobus (secondo una regola all’epoca in auge), nel 1955 diede origine al movimento di protesta precursore delle leggi contro la segregazione razziale.
Il Dirigente consegna poi ai ragazzi due piccole leggende, ciascuna portatrice di una propria metafora. La prima narra dell’isola “della perfezione” che manda via, uno per volta, ogni abitante che commette un errore, confinandoli sull’isola “degli scarti”, fino a quando la prima finisce per restare completamente disabitata. Questa storiella, spiega Pagliarulo, ci insegna che la perfezione resta sempre l’obiettivo, ma commettere errori è parte del cammino da percorrere per raggiungerla. La seconda metafora narra di tre muratori ciascuno dei quali scava un fosso per ricavarne un pozzo. Al viandante che chiede loro che cosa stessero facendo, ognuno restituisce una risposta differente: uno solo fra i tre spiegherà, con il sorriso, che la propria fatica è destinata ad un’opera per la collettività. «Fare cose per la comunità» è l’esortazione che Pagliarulo lascia agli studenti in platea: la metafora di una storia che ci mostra quale sia la strada migliore da percorrere per essere felici.
A seguire interviene Francesco Polio, componente della Commissione di valutazione del contest, che alla valutazione dei progetti ha partecipato quale responsabile in Campania della Sezione Giovani dell’ANCI (Associazione Nazionale Comuni d’Italia) in rappresentanza degli amministratori pubblici under 36. «L’Assessore Fortini ha voluto fortemente che ci fosse il punto di vista degli amministratori pubblici ed un riferimento stretto al territorio» – rivela Polio. E sui criteri adottati per giungere alla scrematura finale dei progetti da premiare ammette: «Non è stato semplice, molti ci hanno toccato profondamente per la loro forte sensibilità». Conclude ricordando la bellissima esperienza vissuta nella precedente edizione del Concorso, quando dieci giovani amministratori pubblici hanno accompagnato gli studenti nel viaggio-premio a Cracovia e a Birkenau.
Valentina Della Corte, Professore Ordinario al Dipartimento di Economia, Management, Istituzioni dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, interviene per lasciare un monito agli studenti: «Voi siete ambasciatori nel mondo in un momento di grande crudeltà – afferma, spostando l’attenzione sui conflitti attualmente in corso. – Dobbiamo lavorare sulla conoscenza reciproca dei popoli. È una missione che stiamo portando avanti anche all’Università». In questo periodo, l’Ateneo federiciano celebra con numerose iniziative gli 800 anni dalla sua fondazione. «L’imperatore Federico II – conclude Della Corte – non ebbe preclusioni riguardo al suo accesso, tanto che all’epoca nell’università partenopea si parlavano quattro diverse lingue. È questo il compito che spetta al mondo della cultura. Via l’orrore della guerra!».
La presentazione dei lavori è stata moderata da Miriam Cardone, funzionaria dell’U.O.D. Politiche giovanili della Regione Campania e da Antonella Samarelli per Sviluppo Campania.
I docenti delle scuole campane hanno accompagnato i loro allievi nel rituale della foto e del ritiro dell’attestato di premiazione al termine di ciascuna delle proiezioni che, come anticipato dal dott. Pagliarulo in apertura dell’evento, hanno ricordato sia le tante vittime che i piccoli e grandi eroi della Shoah.
Martiri napoletani dalla tenera età che si chiamavano Luciana Pacifici (la più giovane in assoluto, di soli nove mesi), Sergio De Simone, la piccola e meno conosciuta Greta. Fino ai nomi più noti che la storia dell’Olocausto ci abbia mai consegnato, come quello dell’adolescente tedesca Anna Frank, e alle tante vittime rimaste senza nome, uomini e donne bollati come “degenerati” (disabili, omosessuali, prostitute straniere) e pertanto eliminati dalla furia antisemita. Una galleria di personaggi restituiti alla Storia con il proprio volto e con la dignità della breve vita vissuta, insieme a coloro che hanno trovato il modo di sottrarre allo sterminio nazista o, comunque, a maggiori sofferenze, decine, a volte centinaia di vite umane. I giovani hanno ricordato, nei loro lavori, storie come quelle del poliziotto insignito con Medaglia d’oro al merito civile Giovanni Palatucci, degli eroi delle Quattro giornate di Napoli, dell’infermiera polacca Irena Sendler che salvò bambini, dell’attivista tedesca Recha Freier che fece altrettanto (come narrato nel romanzo “Quaranta cappotti e un bottone”).
La proiezione dei lavori è stata un’occasione importante soprattutto per raccogliere dalla viva voce degli studenti il significato che la partecipazione al Concorso ha lasciato in eredità a ciascuno di loro. Un significato riassunto appunto nelle parole-chiave che è stato chiesto loro di scegliere e pronunciare a conclusione di questa esperienza. Che sia stata narrata la storia di vittime oppure quella dei piccoli e grandi eroi della Shoah, ciò che davvero ha contato è stato espresso dai ragazzi attraverso la scelta delle parole-chiave, lasciata quale traccia luminosa di un percorso fatto con i sentimenti (“è stato bello!”/emozione/sguardo dell’anima), con i proponimenti (gentilezza/ascolto/coraggio/inclusione/giustizia), con gli occhi rivolti al domani (futuro/prospettiva/speranza).