Martedì 3 giugno 2025 ore 9:00, nella Sala Auditorium della Giunta Regionale della Campania presso il Centro Direzionale di Napoli, si è svolto l’evento di Premiazione degli studenti delle scuole campane partecipanti all’Avviso Pubblico “Contest Shoah: Comprendere è impossibile, conoscere è necessario”, con la presentazione degli elaborati vincitori – corti, video, spot e foto – per un totale di n. 30 prodotti (rispettivamente n° 10 per ciascuna delle tre categorie partecipanti:  scuole primarie, scuole secondarie di primo grado e scuole secondarie di secondo grado).

L’Assessora alla Scuola, alle Politiche sociali e alle Politiche giovanili della Regione Campania Lucia Fortini, intervenuta all’evento, ha ingaggiato un dialogo diretto con gli studenti premiati, sollecitandoli alla riflessione su alcuni aspetti affrontati nell’elaborazione dei prodotti destinati al Contest: «Secondo voi, perché la memoria è importante?»  – ha esordito raggiungendoli in platea. Ne è scaturito un vivace scambio che ha toccato, fra gli altri, il tema del linguaggio: “stück” – ‘pezzo’ in lingua tedesca – era il termine usato dai nazisti per indicare l’ebreo, neonati compresi, da caricare sui treni diretti ai campi di sterminio; “mostro” è l’espressione ricorrente per qualificare chi commise gli orrori della Shoah e che, purtuttavia, era un essere umano, aduso ai gesti più comuni della nostra quotidianità.  E, allora, solo la memoria può suggerire la strada che l’umanità ha da percorrere dinanzi alla barbarie. Il silenzio di fronte ad ogni diversità che venga additata, col tempo genera discriminazione; quindi la Storia può ripetersi. Aggiunge l’Assessora Fortini: «Ciò che si è vissuto con la Shoah non è successo improvvisamente.  Tutto comincia così, piano piano. Contest Shoah – conclude – non è un progetto che serve ad occuparsi dei massimi sistemi; basta non girarsi dall’altra parte quando vediamo qualcosa che non va». O, per dirla con le parole di una guida che accompagnò lo scorso anno gli studenti nella visita ai campi di sterminio «Chi è stato qui, provi, per la sua parte a fare la differenza».

Il Dirigente Responsabile U.O.D. Politiche giovanili della Regione Campania Giuseppe Pagliarulo, nel dare il via alla presentazione dei prodotti vincitori, ha posto all’attenzione degli studenti due riflessioni. La prima trae spunto dalla visione di un film (L’Onda, 1967) che narra di studenti tedeschi sottoposti dal loro insegnante ad un test sull’autocrazia. L’opera cinematografica mette in luce come un sistema totalitario possa nascere e rafforzarsi attraverso la manipolazione di menti labili, disposte ad accettare le dure regole di un gioco imposte da un’unica persona (in quel caso, il docente) fino ad introiettarle e trasporle nella vita reale senza rendersene conto. In ossequio alle regole assegnategli, il gruppo si renderà impermeabile, iniziando ad escludere chiunque dalle proprie dinamiche relazionali. «Dopo una settimana – racconta Pagliarulo – il prof. fa notare al gruppo di giovani sottoposto al test come questo sia giunto a credere talmente in sé stesso da trasformarsi in un’autocrazia». La seconda riflessione parte dal ricorso sempre più frequente agli algoritmi nei processi decisionali. Sugli algoritmi è basato il funzionamento del computer «destinato a diventare sempre più potente – osserva Pagliarulo. – Il ‘Supercomputer’ assume le migliori decisioni per sé stesso e nel farlo imbocca la strada più rapida e meno costosa». In sintesi, si finisce per escludere tutto ciò che non è basato sull’algoritmo. «Ma attenzione – conclude il dirigente regionale – perché tutte le esclusioni sono pericolose. L’umanità deve decidere se spegnere l’algoritmo. La tecnologia è utile, ma l’umanità non può essere messa da parte».

A seguire, il contributo di Carmela Valentina Sorrentino, componente della Commissione di valutazione del Contest in veste di Delegata Anci Giovani Campania, cui appartiene nella sua qualità di Assessora all’Ambiente, Cultura, Pubblica istruzione e attività istituzionali del Comune di Casaluce (CE). Riferendosi al lavoro svolto dalla Commissione, Sorrentino ne ha voluto sottolineare il metodo rigoroso e trasparente adottato; un’attività che, ha aggiunto, «ci ha consentito di prendere atto della cura educativa dei docenti e dell’intelligenza artistica degli studenti partecipanti al Contest». La Commissione ha ancora una volta potuto constatare «la forza della Scuola come presidio».

Sorrentino si è anche soffermata sulla propria partecipazione, insieme agli studenti, al viaggio organizzato lo scorso anno nei campi di Auschwitz e Birkenau. Un’esperienza che l’ha profondamente segnata, rafforzando la consapevolezza del peso gravante sulle attuali e future generazioni: «riconoscere le intolleranze è un esercizio molto utile; perché – ha concluso la rappresentante dell’ANCI la memoria non serve a commuoversi, ma a muoversi».

La presentazione dei lavori è stata moderata da Miriam Cardone, funzionaria dell’U.O.D. Politiche giovanili della Regione Campania. I docenti delle scuole campane hanno accompagnato i loro allievi nel rituale della foto e del ritiro dell’attestato di premiazione al termine di ciascuna delle proiezioni.

L’attività che ha condotto alla realizzazione dei prodotti ha fatto emergere la grande mobilitazione dei loro giovani autori che in questa edizione del Contest si sono particolarmente cimentati nelle interviste – alcune reali, altre ideali – ad alcuni fra i protagonisti della Shoah, vittime dirette o loro familiari (Tullio Foa, perseguitato con i genitori e l’intera sua famiglia dalle leggi razziali; Mario De Simone, fratello del piccolo Sergio, sacrificato come cavia per esperimenti medici; Josef Kohout e Pasquale Esposito, la cui omosessualità fu trattata come un crimine dal codice penale tedesco). Intenso anche il lavoro di documentazione che ha ispirato spot, video e corti, attraverso la lettura di libri, fonte preziosa di conoscenza della pagina più buia della Storia del secolo scorso: da “Scolpitelo nel vostro cuore” di Luciana Segre a “La libertà negata” di Aldo Renzulli, solo per citarne alcuni.

Si tratta di esempi ripetutamente citati dagli studenti, talvolta per portare la platea dritta dentro l’attualità, ricordando a tutti che “sta accadendo di nuovo”: una consapevolezza che scuote ed emoziona l’Auditorium quando sullo schermo scorrono lavori con riferimenti diretti ai due conflitti in corso che stanno flagellando l’umanità di Gaza e dell’Ucraina.

A fare da contraltare, numerosi elaborati sulla capacità di reagire messa in campo da molte comunità locali che nel corso della Shoah dimostrarono com’era possibile fare la differenza, attraverso il salvataggio di centinaia di persone strappate alla furia nazista. Ricorrenti i lavori ispirati alla popolazione di Campagna (SA), con il virtuoso esempio del vice commissario aggiunto di pubblica sicurezza Giovanni Palatucci e di tutti coloro che insieme a lui si prodigarono nella cura e nell’ospitalità verso gli internati; e a quella di Tora e Piccilli (CE), piccolo centro “Medaglia d’argento al merito civile”, consacrato quale “mirabile esempio di spirito di abnegazione e di umana solidarietà” per aver dato rifugio ad alcune famiglie ebree.

Infine, per certi versi inedita può essere definita quella dose di “autocritica” emersa da parte di studenti che hanno scelto, come fonte di ispirazione per il proprio lavoro, la documentazione fotografica della visita presso i luoghi della Shoah, realizzata lo scorso anno a valle della precedente edizione del Contest. Al viaggio reale, oramai alle spalle, ne è seguito uno interiore, più recente e maturo che, stigmatizzando la banalità di un selfie o di singoli comportamenti stridenti con quel contesto, ha tracciato una netta linea di demarcazione emozionale, capace di far loro comprendere appieno che cosa significhi «guardare senza vedere e sentire senza ascoltare».